Catasto Onciaro - Descrizione

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Il Catasto Onciario di S.Anatolia del 1753

Il Catasto Onciario fu istituito da Carlo di Borbone (1716-1788) e si chiamò Onciario perché la valutazione dei patrimoni terrieri veniva stimata in once. Fu una grande riforma del sistema tributario del Regno delle Due Sicilie. L'organo principale che ne propose l'istituzione fu la Giunta per l'Allivio delle Università costituita presso la Camera della Sommaria, principale magistratura finanziaria del regno.

Le operazioni furono avviate nel marzo del 1739 e furono accelerate con l'emanazione della "prammatica reale De Catastis" nel 1741. Per portare a termine la compilazione di tutti i soggetti e dei beni posseduti ci vollero anni.

Il Catasto Onciario di Sant'Anatolia fu redatto nel 1753 e si compone di 158 pagine manoscritte in cui vengono elencati circa 52 proprietari terrieri residenti in S.Anatolia e circa 80 fra enti religiosi e persone residenti in altri luoghi. La data di compilazione del registro si ricava dall'indice dei Catasti Onciari presso l'Archivio di Stato di Napoli (vedi ultima fotografia) dove a quanto pare si trova una seconda copia dello stesso registro.

I documenti sono stati fotografati da Roberto Tupone in collaborazione con il fratello Francesco Tupone in data 26.09.2012 e in seguito le fotografie sono state ritoccate, ritagliate, ridimensionate e contrastate per renderle più facilmente leggibili.

Il registro originale si trova presso l'Archivio di Stato dell'Aquila, Catasti Onciari, registro n. 283

Roma, 22.02.2013

Segue: http://it.wikipedia.org/wiki/Catasto_onciario --> Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Catasto onciario, precursore degli odierni catasti, rappresenta l'attuazione pratica delle norme dettate da re Carlo di Borbone nella prima metà del XVIII
secolo per un riordino fiscale del regno.
Nonostante fosse un catasto descrittivo, poiché non prevedeva la mappatura dei luoghi, fu uno strumento utile ad eliminare i privilegi goduti dalle classi più abbienti
che facevano gravare i tributi fiscali sempre sulle classi più umili e di fatto rappresenta uno dei più brillanti esempi del tempo di ingegneria finanziaria e
di ripartizione proporzionale del peso fiscale.
Si chiamò Onciario perché la valutazione dei patrimoni terrieri veniva stimato in once, una misura di monete molto antica corrispondente a sei ducati.
È chiaro come un meccanismo volutamente semplice poteva assicurare un prelievo fiscale generalizzato ed accertamenti molto rapidi.
Per il calcolo delle imposte le persone erano distinti in diverse categorie.
Una prima distinzione era effettuata fra cittadini e forestieri: i primi formavano i "fuochi" (ovvero le famiglie) dell'Università
(titolo accordato a tutti i centri demograficamente più importanti);
i secondi erano solamente iscritti nell'Onciario o perché vi possedevano beni o perché vi esercitavano un'attività.
Una seconda distinzione era fra i laici e gli ecclesiastici, includendo in questi ultimi tutte le istituzioni religiose collaterali.
In sintesi erano sette le possibili categorie di contribuenti:

   cittadini abitanti e non abitanti
   vedove e vergini
   ecclesiastici secolari cittadini
   chiese, monasteri e luoghi pii nell'università
   forestieri abitanti laici
   chiese, luoghi pii e monasteri forestieri
   forestieri non abitanti laici

dal che si intuisce che la riforma voleva comprendere tutti, indistintamente.
I Comuni erano considerati un aggregato di persone e di beni di varie specie e nature. Le imposte erano così calcolate a seconda delle varie qualità delle persone e dei beni.
I lavori per attuare questa grande riforma tributaria cominciarono con l'emanazione della prammatica reale 'De Catastis' nel 1741 ed occorsero anni per giungere
alla compilazione della lista dei soggetti e dei relativi beni.
La consultazione dell'Onciario è oggi una fonte preziosa di informazioni sul periodo.